Dal 2 al 22 giugno va in scena a Torino la 24ma edizione del Festival: un cartellone di rilievo europeo rende omaggio alla creazione contemporanea con 24 spettacoli in numerose location torinesi.
Il Festival delle Colline Torinesi, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, è giunto alla ventiquattresima edizione e si propone quale vetrina per la migliore drammaturgia contemporanea: 61 recite in 19 giorni tra Torino (principalmente al Teatro Astra) e la Lavanderia a Vapore di Collegno, ma anche in altre location (Teatro Gobetti, Cubo Teatro, Casa Teatro Ragazzi, Palazzo degli Istituti Anatomici, Polo del ‘900).
Dallo scorso anno, il progetto è organizzato con la collaborazione di TPE – Teatro Piemonte Europa, fondazione insieme alla quale è stato creato un nuovo polo dedicato all'innovazione teatrale e ai linguaggi del contemporaneo.
Inaugurazione e chiusura
L’edizione 2019 rende omaggio a tre compagnie italiane che hanno contribuito in modo determinante a definirne l'immagine in Europa: la compagnia di Pippo Delbono, la Socìetas e i Motus.
Pippo Delbono inaugura la kermesse domenica 2 giugno al Teatro Astra con lo spettacolo La gioia (INFO e DATE): un percorso che indaga i dolori delle persone e del mondo alla scoperta di quei rari momenti di felicità che la vita sa offrire.
Attinge invece a un linguaggio ironicamente aulico per descrivere un mondo privo di senso Il regno profondo. Perché sei qui? (INFOe DATE) di Chiara Guidi e Claudia Castellucci: lo spettacolo della Socìetas, in scena alla Lavanderia a Vapore di Collegno, si basa su continue domande e provvisorie risposte, comprese quelle ispirate da religione, filosofia e scetticismo quotidiano.
In chiusura, i Motus proporranno Rip it up and start again (INFO e DATE): una sorta di musical creato con gli allievi della Manufacture - Haute école des arts de la scène di Losanna, diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che si rifà a uno dei più noti fenomeni musicali post-punk dell'inizio degli anni Ottanta. Lo spettacolo prova a rispondere a una domanda cruciale: “Cosa succede se i giovani non sono più in grado di suscitare stupore?”.
Il viaggio e le domande sul futuro
Medea per strada, monologo di Elena Cotugno interpretato a bordo di un furgone in movimento, rappresenta idealmente il fil rouge tra il cartellone di quest’anno e il tema triennale del festival: Fluctus, declinazioni del viaggio. L’attrice, diretta da Giampiero Borgia, ripercorre il mito di Medea, madre assassina, calata per l’occasione nei panni di una giovane romena, profuga in Italia.
A questo tema si lega anche l'installazione alla Fondazione Merz, prima tappa di Illegal Helpers (Aiuti illegali), un progetto di Paola Rota, Simonetta Solder, Teho Teardo, tratto da testi sui migranti e su quanti li soccorrono di Maxi Obexer, scrittrice italo-tedesca quarantenne che vive e lavora a Berlino.
Un viaggio inconsueto è pure quello delle banane che a fine Ottocento invasero l’Occidente fino a diventare il simbolo del consumismo: lo spettacolo è Kingdom, della compagnia catalana Agrupación Señor Serrano.
Con un linguaggio radicalmente diverso - più stilizzato e concettuale - El Conde de Torrefiel, altra compagnia catalana, con La plaza si interroga sul futuro del mondo: in un’agorà, intesa come spazio della parola, vengono visualizzate le riflessioni di persone che passano e sono senza volto, come Gli amanti, di Magritte.
Ricerca e giovani compagnie del territorio
Giunge al festival dopo aver vinto il Premio Ubu/Spettacolo dell'anno 2018 anche Overload (INFO e DATE), di Sotterraneo, collettivo fiorentino di ricerca teatrale.
Il cartellone mette in risalto anche giovani compagnie e gruppi che lavorano a Torino: la Piccola Compagnia della Magnolia, con Mater Dei (INFO e DATE), un testo di Massimo Sgorbani; la Ballata dei Lenna, Cubo Teatro e Alba Porto, tutti vincitori del bando Ora! della Compagnia di San Paolo.